mercoledì 23 maggio 2007

Patti: crisi aperta nei Ds

Non sembra trovare una rapida soluzione la crisi apertasi all’interno della coalizione di maggioranza, dopo il voto negativo del consigliere dei Ds Nino Gigante all’aumento dell’addizionale Irpef nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Si è infatti concluso, con un nulla di fatto, anche l’ultimo incontro delle forze di governo dopo il rinvio avvenuto già martedì scorso. La questione fondamentale è sempre la divisione interna ai democratici di sinistra con le due correnti che fanno capo all’assessore Paolo Mastronardi e al consigliere comunale Nino Gigante. Viste le posizioni contrastanti, la riunione di maggioranza è stata nuovamente rinviata e convocata per venerdì 25 maggio. In questa occasione non saranno presenti i rappresentanti dei Ds e dovrebbe essere presa una decisione. Importante, a questo punto, sarà il lavoro diplomatico che dovrà svolgere il primo cittadino. Tutto ruota attorno alla poltrona dell’assessore Paolo Mastronardi, che gode della piena fiducia del sindaco Giuseppe Venuto, che difficilmente vorrà rinunciare alla presenza dell’ex segretario dei Ds nell’esecutivo. Ed infatti il sindaco è stato chiaro dichiarando, nei giorni scorsi, che “si può benissimo governare in dodici come in tredici”. Come dire, i Ds non sono indispensabili per il mantenimento degli equilibri della coalizione, lasciando una speranza all’assessore Mastronardi per il mantenimento dell’incarico politico. Bisognerà però vedere se, in funzione di una eventuale uscita dalla coalizione di Gigante, le altre forze della maggioranza non avanzeranno una richiesta di ritiro della delega all’esponente diessino che si ritroverebbe senza riferimento nel civico consesso.
E la chiusura della crisi è necessaria anche in vista del prossimo voto di bilancio nell’assemblea cittadina. Lo strumento finanziario è stato preparato con la supervisione dell’assessore Giorgio Cangemi che ha dovuto fare i conti con le ristrettezze economiche del Comune. “Si è ritenuto di privilegiare – ha detto – il mantenimento dei servizi cercando di contenerne i costi puntando a tutelare le fasce più deboli della popolazione. Allo stesso tempo si sono studiate forme più valide per controllare e combattere l’evasione fiscale”.
Da un’analisi della spesa pubblica emerge che una consistente parte delle risorse disponibili viene assorbita dal trattamento economico del personale di servizio e dalla stabilizzazione dei precari. Non indifferente è anche la spesa per il pagamento dei debiti fuori bilancio per i quali è prevista da parte dell’amministrazione comunale l’assunzione di un mutuo di 100mila euro.

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