lunedì 16 luglio 2007

Racket: Messina risponde positivamente

La Provincia di Messina è in controtendenza rispetto al resto d’Italia per quanto riguarda le denunce contro il racket delle estorsioni e l’usura. Rispetto al calo di segnalazioni, registratosi negli ultimi anni nella Penisola, già denunciato nei giorni scorsi dal presidente della Federazione nazionale antiracket ed antiusura, il territorio messinese, invece, reagisce bene. “Grazie alla stretta collaborazione tra forze dell’ordine, istituzioni e associazioni antiracket – ha detto Scandurra, in Provincia di Messina sono numerosi gli imprenditori che hanno denunciato le estorsioni subite e collaborano con le forze dell’ordine. Questo, a breve, porterà a dei risultati concreti sia per quanto riguarda le estorsioni che l’usura. Dove c’è la collaborazione tra la vittima e le istituzioni si può certamente contrastare questo male con maggiore intensità e con risultati concreti. Se questo viene a mancare diviene più difficile contrastare le organizzazioni malavitose”. Se, nel territorio di Messina, grazie all’impegno ultradecennale delle associazioni antiracket, il fenomeno delle estorsioni e dell’usura, pur esistendo in una realtà sommersa, è contrastato abbastanza efficacemente, il campanello d’allarme, secondo Scandurra, deve scattare per quanto riguarda il mondo degli appalti. “Le difficoltà maggiori in questo settore si incontrano con l’imprenditoria edile ed è quello dove l’attenzione deve essere focalizzata in quanto è una delle maggiori rendite delle organizzazioni mafiose”. La strada da seguire, secondo il presidente della FAI, è quella di favorire la nascita delle associazioni antiracket sul territorio in maniera da creare un anello di congiunzione tra le vittime e le istituzioni. Non meno importante, secondo Scandurra, è la sensibilizzazione da parte della società civile e delle istituzioni locali, a partire dai Comuni. “Purtroppo non c’è molta sensibilità da parte dei sindaci dei comuni della Provincia. In molti casi questo è un problema non da poco nella lotta alla malavita organizzata. Si tratta di una questione soggettiva che riguarda i vari primi cittadini. Non tutti hanno la giusta sensibilità alle problematiche legate a questo fenomeno. Dovrebbero essere loro i primi ad essere vicini alle vittime e, manifestando, in alcuni casi, una certa indifferenza, non aiutano chi si impegna quotidianamente per debellare questo male”.
Tra le soluzioni a medio e lungo termine termine, Scandurra ripropone il progetto del tutor aziendale con la partecipazione del Ministero dell’Interno che favorisca e tuteli le aziende che vogliono investire al Sud.. La sperimentazione dovrebbe partire nei prossimi mesi ed interessa anche la fascia nebroidea della Provincia di Messina. “Oltre alla creazione di canali per lo sviluppo economico pulito – ha concluso Scandurra - non meno importante è la collaborazione delle banche nella lotta al riciclaggio”.

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