domenica 1 luglio 2007

La mafia si combatte con il lavoro

Combattere la malavita organizzata radicata nei territori del Sud Italia è possibile e non solo attraverso atti di forza. La nuova strada proposta dal presidente della Federazione Antiracket Italiana, Giuseppe Scandurra, si basa sul mondo del lavoro. “E’ necessario – ha detto – favorire gli investimenti dei grossi gruppi imprenditoriali nel Mezzogiorno, garantendo trasparenza e allontanando la mano delle organizzazioni malavitose”. Il progetto redatto dalla Fai prevede, in collaborazione con il Ministro degli Interni, Giuliano Amato, la costituzione di un’agenzia interministeriale che faccia da tutor alle imprese italiane e straniere disposte ad investire nel Sud Italia. “I problemi principali che le imprese si ritrovano ad affrontare nel momento in cui intendono investire nel Meridione, sono diversi. In primo luogo è quindi necessario garantire corrette informazioni che agevolino la migliore scelta dei partners locali al riparo dal rischio di coinvolgimento di imprese mafiose. In secondo luogo bisogna favorire comportamenti di resistenza rispetto alle richieste estorsive e alle forme di condizionamento, quali l’imposizione della manodopera da assumere”. Per riuscire ad offrire le condizioni ideali alle imprese italiane e straniere sarà a breve costituita un’agenzia interministeriale che coinvolge i Ministeri degli Interni, dell’Economia e delle Attività produttive, al fine di seguire le ditte interessate attraverso un’azione di tutor per i problemi di sicurezza e dell’abbattimento della burocrazia. Il progetto pilota sarà presentato ufficialmente il 9 luglio a Napoli dal Ministro degli Interni e prevede una fase sperimentale in cinque aree già individuate: Napoli, Lamezia Terme, Gela, Siracusa e la zona nebroidea nel territorio compreso tra Patti e Santo Stefano di Camastra. In ogni zona individuata saranno proposti investimenti secondo le peculiarità dei vari territori. Per il messinese il tema portante sarà la vocazione turistica del comprensorio nebroideo. “Attraverso lo sviluppo economico pulito svolto da grosse imprese disponibili ad investire – ha aggiunto Scandurra - si potrà assicurare la crescita del territorio, con la creazione di numerosi posti di lavoro, abbattendo così il potere delle organizzazioni malavitose. In questa ottica si opererà per evitare qualsiasi forma di infiltrazione mafiosa”. A garanzia del protocollo d’intesa che sarà firmato tra Ministero, Fai ed imprese sarà costituito, per ogni zona di intervento, un comitato di controllo composto, tra gli altri, da un rappresentante dell’associazione antiracket italiana e dal Prefetto delle aree coinvolte.

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