domenica 16 maggio 2010

Patti: salva la medicina trasfusionale

La divisione di medicina emotrasfusionale dell’ospedale “Barone Romeo” di Patti è salva. Ad assicurarlo è l’on. Giuseppe Laccoto, presidente della sesta commissione regionale alla sanità.
Il problema, da quanto è emerso in questi giorni, sarebbe meramente burocratico. Infatti la struttura semplice di Patti dipende da quella complessa di Sant’Agata di Militello a cui è accorpata anche nella dicitura. Risulterebbe, nelle carte, come unità operativa di medicina emotrasfusionale di Sant’Agata – Patti. “A seguito di una mia richiesta ai dirigenti dell’Assessorato alla Salute – ha dichiarato Laccoto - è stato chiarito che a livello regionale non è mai stata comunicata l’esistenza di una struttura semplice a Patti”. Per colpa di un trattino, quindi, il reparto pattese stava rischiando di scomparire. “Sono intervenuto – ha aggiunto Laccoto – presso l’Assessore alla Salute rappresentando il disagio di un territorio che ha usufruito di un servizio essenziale come quello della disponibilità in loco delle sacche di plasma. Ho evidenziato che un presidio ospedaliero dove vi sono le specialità di Utin, Utic, Cardiologia, Ginecologia e Ostetricia e dove storicamente vi è stata una attività trasfusionale importante, anche se non mai notificata all’Assessorato alla salute, non è accettabile l’ipotesi di privare i cittadini del centro trasfusionale. L’Assessore Massimo Russo – ha assicurato – ha dato la sua disponibilità ad affrontare tecnicamente la questione per risolverla in tempi brevissimi”. Sarebbe, infatti, impensabile che, il presidio ospedaliero di Patti, fosse privato di un importante e fondamentale servizio come quello della medicina emotrasfusionale anche in previsione della costituzione del Polo chirurgico d’eccellenza e soprattutto per la presenza di reparti quali la chirurgia vascolare e la chirurgia generale che, in caso di emergenza, non potrebbero fare a meno della disponibilità in loco di sacche di sangue in quanto i tempi tecnici per reperirlo a Sant’Agata di Militello, potrebbero essere fatali per i pazienti.
Buone notizie giungono anche per la divisione di Nefrologia che, più volte, è stata data per soppressa. “Voglio ribadire – ha detto Laccoto – che Patti non sarà privato nemmeno della Nefrologia già prevista nella rete regionale di nefrologia che si sta approntando”.
Ma Laccoto riserva anche una bella sorpresa. “Dopo l’approvazione in Commissione della ripartizione dei fondi dell’art.20, prenderà corpo l’ipotesi dell’utilizzazione del “Barone Romeo” come sede di radioterapia il cui finanziamento attingerà dal predetto art.20.”

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